
IL COLLEZIONISTA DI OSSA

L'ELETTROTENNICO

IL TECNO-FREAK
Non balla unza-music in discoteca per sua fortuna, ma il tecno-freak va definito così perché per lui, i vecchi computer, non vanno considerati in quanto tali, né come diversivi del passato: sono oggetti da recuperare, plasmare, transustanziare in qualcos’altro. Vi ricordate quando da piccoli dicevamo sciocchezze tipo “conosco un tipo capace di trasformare il suo C64 in uno Spectrum”? Ecco, il tecno-freak è esattamente il tipo in questione. Da chi mette un Amiga dentro una vecchia valigia assieme a un monitor a cristalli liquidi per trasformarlo nell'unico Amiga portatile che sia mai esistito, a chi si diverte a programmare i chip FPGA affinché emulino questa o quella retropiattaforma. Da chi converte il vecchio home computer in un controller per elettrodomestici di varia natura, a chi si programma una conversione di Dragon's Lair per il Commodore 64 collegando il medesimo a un vero lettore di Laserdisk (un altro cimelio del passato) per mezzo di un'interfaccia RS-232. Insomma, gli unici limiti sono la fantasia e le competenze in elettronica e programmazione. Però meritano tutta la nostra stima, sono quelli che hanno capito una cosa fondamentale: i computer servono a divertirsi. In tutte le forme che il divertimento consente a chi ha le skill necessarie. Il tecno-freak ha una nemesi naturale e cioè…IL MORALEGGIATORE DA SOCIAL
Una cosa non bisogna fare mai: mostrare con orgoglio su Facebook il proprio modding di una retropiattaforma, in particolare se la medesima è considerata “rara” o “preziosa” dal retrocomputerista medio. Il rischio è quello di incontrare il moraleggiatore da social che, protetto dalle quattro mura della propria cameretta, assume il tipico atteggiamento del leone da tastiera e si prodiga in sfottò, insulti, commenti stizziti rivolti alla vostra persona e finalizzati a stigmatizzare l’uso che avete fatto del vostro vecchio computer (poco importa se, avendolo pagato, è VOSTRO, e tale è anche il pieno diritto di disporne come preferite). Il moraleggiatore da social è assolutamente convinto della sacralità del “progetto originale”, tollera con malcelata riluttanza perfino il “recap” della scheda madre (operazione finalizzata a prolungarne la durata, sostituendo tutti i condensatori originali con omologhi più moderni e affidabili) e vede come fumo negli occhi qualsiasi nuovo foro praticato al case. Volete liberarvi per sempre di un moraleggiatore da social? Obbligatelo ad assistere al video della distruzione di un Commodore 64 per mezzo di uno schiacciasassi. Se dovesse sopravvivere al trauma, come minimo vi bannerà.IL FILOSOFO DELLA RETROTECNICA

IL VECCHIO FAN

L'AMIGHISTA
Parlare dell'Amighista (che si scrive sempre con la A maiuscola, come l'Amiga) è per noi motivo di forte imbarazzo, principalmente perché siamo stati Amighisti pure noi e per certi versi lo siamo ancora (se non lo sapevate, il Paolone è il mantainer della più nota distribuzione del sistema operativo AROS, che trae origine proprio dall'Amiga. Sapevatelo!). Ma c'è davvero poco da fare: fra tutti i vecchi fan del mondo – commodoristi, spectrumiani, emmesseixisti, ataristi e topi da sala giochi – gli Amighisti sono gli unici che non si sono mai, MAI arresi all'inesorabile procedere del tempo. Svezzati dalle amorevoli cure delle riviste del settore, capaci di imbastire un mondo dorato quanto farlocco dove inguardabili schifezze come l'orribile conversione di Street Fighter 2 per Amiga prendevano perfino dei bei voti, cresciuti con l'illusione di avere in casa un sistema perfetto e filosoficamente superiore a qualsiasi altro, atavicamente convinti che “only Amiga makes it possible” e incapaci di valutare oggettivamente i pro delle altre piattaforme e i contro della propria, gli Amighisti superstiti possono essere considerati l’estrema sinistra italiana dell'informatica: sono rimasti in tre e litigano perché hanno tre idee differenti, concretizzate dai sistemi operativi AmigaOS 4.1, MorphOS e AROS. Lasciando perdere gli ultimi due, che in fondo cercano soltanto di replicare il feeling dei sistemi originali su macchine più moderne, vale sicuramente la pena concentrare la propria attenzione sugli utenti del primo. AmigaOS 4.1 è l'unico ad avere la benedizione del “nome”, funziona esclusivamente su vecchi sistemi Amiga dotati di scheda acceleratrice con processore PowerPC, o in alternativa su sistemi “next gen” (chiamati così ancora oggi, quindici anni dopo!) basati sulla stessa serie di CPU che, per la loro particolarità e per le ristrettissime dimensioni della nicchia in cui operano, costano uno sproposito e offrono prestazioni oggettivamente risibili. Per questo motivo, a volte, li vedi mostrare con orgoglio dei vecchi Amiga 1200 completamente snaturati in enormi case big-tower dotati di periferiche bizzarre, led e lucine colorate, fili che entrano ed escono da tutte le parti, scatole di legno aggiuntive e così via: ci manca solo la gabbietta per il canarino appesa al lato destro del case, e poi c'è tutto. Oppure ti parlano di quanto sia bello e futuribile poter “finalmente” usare Firefox (in perenne fase di port, quindici anni dopo) sulla loro scheda madre che viaggia meno di un netbook ma costa il quadruplo, o di quanto sarà meraviglioso farlo sul futuro X5000 (un sistema che “deve uscire” ed è “in fase di beta testing” da almeno cinque anni, dopo il clamoroso flop dell’inutile predecessore X1000). E guai a replicare con argomentazioni razionali: quello per AmigaOS è amore e come tale non si discute. Se non altro evitano il SuperPippone™ limitandosi a una reazione stizzita....e voi, che retrocomputeristi siete?